La sala è particolarmente importante per la presenza di manufatti realizzati con vari materiali e tecniche rispecchianti lo sviluppo e la fioritura artistica tra il Quattrocento e il Cinquecento. A questo momento risale il Sarcofago del Beato Gabriele Ferretti (1489), recentemente attribuito a Giannetto di Domenico da Brioni coadiuvato dai lapicidi lombardi Baldassarre e Taddeo. Il Ferretti, di nobile famiglia anconitana, fu una grande figura di francescano dell’Ordine dei Minori Osservanti, nonché guardiano dell’antico Convento di San Francesco ad Alto dove ebbe la sua prima sepoltura nel 1456. I motivi decorativi a festoni sul fronte del sarcofago che in seguito accolse le sue spoglie è stato realizzato su ispirazione dei dipinti di Carlo Crivelli, il pittore veneziano autore del ritratto del Beato in estasi (oggi alla National Gallery di Londra) di cui il Museo propone una copia tardo cinquecentesca.
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Sala 10
L'Umanesimo e il Rinascimento
Dopo la ricomposizione dei frammenti attraverso un paziente restauro, è tornata ad essere leggibile la notevole formella in ceramica invetriata raffigurante il Compianto di ispirazione nordica, che era stata ridotta, appunto, in piccoli frammenti quando faceva parte dell’originaria collezione del Museo nella Cripta delle Lacrime.
In due vetrine sono esposte diverse formelle in terracotta plasmate nell’ultimo decennio del XVI secolo da Tiburzio Vergelli e Antonio Calcagni come bozzetti preparatori per la fusione bronzea delle porte laterali della Basilica della Santa Casa di Loreto; sempre in terracotta sono le statue dei Santi Protettori Marcellino, Liberio e Ciriaco.